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MANIFESTO DELL’INCLUSIVE ANGLICAN \ EPISCOPAL CHURCH

English version

 

Nella libertà dei figli e delle figlie di Dio, nel solco tracciato dai nostri padri e dalle nostre madri, che hanno abbracciato la prospettiva della Chiesa Una, Santa, Cattolica (universale) e Apostolica, secondo la visione anglicana, ispirati\e dalla Parola e nutriti\e dalla Grazia dei Sacramenti, noi germogliamo come seme per la nostra Europa, come propagatori e propagatrici, convinti predicatori e predicatrici di un Anglicanesimo che intende ritrovare il suo "primo amore", la sua ispirazione originaria ossia il suo cuore pulsante, inclusivo ed accogliente, sinteticamente riassunto nella espressione: "via media".

Via di equilibrio tra legittime aspirazioni di individui e comunità umane, via lastricata dei grandi valori del dialogo, nell'accoglienza, della tolleranza, del pluralismo e delle diversità accolte ed amate come ricchezza.

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Riconosciamo tutti questi valori come fondamento (dal punto di vista sociologico\ecclesiologico) dell’essere Chiesa e della convivenza umana: sono i medesimi principi che hanno aperto le porte alla nascita del parlamentarismo, della democrazia moderna e della rivendicazione dei diritti da parte degli oppressi nonchè alle grandi visioni di convivenza tra i popoli, al dialogo tra le culture e le nazioni, generando isole di pacifica coesistenza, armonia e rispetto.

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Vogliamo riportare, soprattutto nella nostra Europa, al centro della nostra predicazione del Vangelo secondo la prospettiva anglicana, il rispetto profondo di ogni differenza: sociale, culturale, linguistica, nazionale e individuale (sesso, identità di genere, orientamento sessuale e status esistenziale) in modo da valorizzare ogni diversità come insostituibile dono di Dio all’umanità e alla Chiesa, cosí che un tale spirito permei e rifletta sè stesso sul piano liturgico, sul piano della prassi, del governo, delle relazioni e di ogni azione della Chiesa di Cristo.

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Ardentemente desideriamo essere comunità-famiglia secondo modello della Chiesa apostolica e dei primi cristiani e cristiane, vivere come il movimento di Gesù nel mondo, luogo nel quale la (le) povertà, le diversabilità, le differenze territoriali, culturali e linguistiche così come l'indigenza non siano foriere di vergogna nelle comunità dei credenti anglicani\e, vincendo, con la forza dello Spirito, ogni tentazione di giudicare i fratelli e le sorelle appartenenti ad esperienze e culture diverse, secondo i diabolici criteri dell’efficientismo burocratico e del capitalismo selvaggio. Frutti venefici che, di fatto, soffocano lo spirito della Riforma anglicana, spesso veicolata, fuori dai territori di cultura anglosassone, con lo spirito del colonizzatore, venati da una falsa filantropia paternalistica, succube di un malinteso senso di superiorità di stampo nazionalistico.

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Con l’aiuto di Dio, auspichiamo di vivere un Anglicanesimo in grado di andare oltre gli anti-valori dell'elitarismo, del classismo, della burocrazia, del feticismo della ricchezza e del successo, del perbenismo ipocrita e della doppia morale, secondo miti consolidati e, purtroppo, travasati in campo ecclesiastico. Un Anglicanesimo non più d’elitè, perchè le nostre comunità cessino di essere clubs esclusivi per i “bravi” e i “self-made-men”, ma accolgano e abbraccino anche i poveri, coloro che sono feriti dalla vita e marchiati secondo gli standards di presunte “aristocrazie dello spirito”.

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Lavoriamo umilmente affinché ogni elitarismo (di qualunque stampo) sia rimpiazzato da un’azione pastorale autenticamente evangelica e amorevole, da una visione integrale dell'essere umano, da una venerazione della persona in sè come centro, culmine e ispirazione di ogni moto pastorale, preoccupazione ecclesiale, movente di ogni atto.

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In spirito di fraternità\sororità e parresìa, lungi dal voler giudicare le esperienze storiche del mondo anglicano in Italia ed Europa (fino a pochi anni addietro rivolta solo agli anglofili), vogliamo essere e, sempre meglio, edificare una casa accogliente per gli anglicani e le anglicane che hanno sviluppato una coscienza critica ed un desiderio di tornare alle proprie radici.

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Giuridicamente non appartenenti ad organizzazioni formalmente associate alla sede di Canterbury - alla quale però ci sentiamo legati da vincoli filiali di venerazione e gratitudine e con la quale saremo sempre pronti/e a collaborare - ma profondamente radicati e innestati nella Tradizione dell’Anglicanesimo, desideriamo, con la Grazia di Dio, essere quel lievito evangelico in grado di far fermentare la pasta del Movimento Anglicano (con o senza Canterbury) nella nostra amata Europa, veicolandone i valori in ogni cultura, nazione e tradizione, senza esclusione alcuna di persone in base alla razza, alla nazionalità, all’educazione, allo status economico, sociale ed esistenziale, all’orientamento sessuale ed alla identità di genere.

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Per la IAEC,

Madre M.Vittoria Longhitano, Vescova Presidente

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Our Manifesto (English version)

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In the freedom of the sons and daughters of God, in the path traced by our fathers and mothers, who embraced the perspective of the One, Holy, Catholic (universal) and Apostolic Church, according to the Anglican vision, inspired by the Word and nourished by the Grace of the Sacraments, we sprout as a seed for our Europe, as propagators and propagators, convinced preachers and preachers of an Anglicanism that intends to rediscover its "first love", its original inspiration or its beating, inclusive heart and welcoming, summarized in the expression: "via media".

A way of balancing the legitimate aspirations of individuals and human communities, a way paved with the great values ​​of dialogue, acceptance, tolerance, pluralism and diversity accepted and loved as riches.

We recognize all these values ​​as the foundation (from the sociological / ecclesiological point of view) of being Church and of human coexistence: they are the same principles that had opened the doors to the birth of parliamentarism, modern democracy and the claim of rights by the oppresses, as well as they inspired the great visions of coexistence between peoples, the dialogue between cultures and nations, generating islands of peaceful coexistence, harmony and respect.

Above all in our Europe, we want to bring profound respect for every difference: social, cultural, linguistic, national and individual ones (sex, gender identity, sexual orientation and existential status), focusing our preaching of the Gospel according to the Anglican perspective. We consider a value every diversity as an irreplaceable gift of God to the humanity and to the Church, so that such a spirit permeates and reflects itself on the liturgical level, on the level of praxis, governance, relationships and every action of the Church of Christ.

We ardently desire to be a family-community according to the model of the apostolic Church and of the first Christians, to live like part of the movement of Jesus in the world, a place where poverty (s), diversity, territorial, cultural and linguistic differences as well as indigence are not a harbinger of shame in the communities of Anglican believers and, overcoming, with the power of the Spirit, every temptation to judge brothers and sisters belonging to different experiences and cultures, according to the diabolical criteria of bureaucratic efficiency and savage capitalism : those are poisonous fruits that, in fact, stifle the spirit of the Anglican Reform, often conveyed, outside the territories of Anglo-Saxon culture, with the spirit of the colonizer, tinged with a false paternalistic philanthropy, succubus of a misunderstood sense of nationalistic superiority.

With God's help, we hope to live an Anglicanism capable of going beyond the anti-values ​​of elitism, classism, bureaucracy, the fetishism of wealth and success, hypocritical respectability and double standards, according to consolidated myths. and, unfortunately, transferred to the ecclesiastical field. An Anglicanism no longer full of elite-spirit, because our communities cease to be exclusive clubs for the "good" and "self-made-men", but also welcome and embrace the poor, those who are wounded by life and branded according to standards of alleged "aristocracies of the spirit".

We humbly work so that every elitism (of whatever kind) is replaced by an authentically evangelical and loving pastoral action, by an integral vision of the human being, by a veneration of the person in him\herself as the center, summit and inspiration of every pastoral and ecclesial concern, main reason for every act.

In a spirit of fraternity \ sorority and parresìa, far from wanting to judge the historical experiences of the Anglican world in Italy and Europe (until a few years ago it was aimed only at Anglophiles), we want to be and, better and better, build a welcoming home for Anglicans who have developed a critical conscience and a desire to return to their roots.

Legally not belonging to organizations formally associated with the Canterbury office - to which, however, we feel bound by filial ties of veneration and gratitude and with which we will always be ready to collaborate - but deeply rooted and grafted into the Tradition of Anglicanism, we wish, with the Grace of God, to be that evangelical yeast capable of fermenting the dough of the Anglican Movement (with or without Canterbury) in our beloved Europe, conveying its values ​​in every culture, nation and tradition, without excluding any people based on race , nationality, education, economic, social and existential status, sexual orientation and gender identity.

For the IAEC,

Mother M. Vittoria Longhitano, Bishop

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